Il mondo degli “altri”.

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Noi siamo quelli semi trasparenti, che se mancano non se ne accorge quasi nessuno, quelli che potrebbero sparire domani e il mondo avrebbe sempre lo stesso peso. Siamo quelli che passano e non lasciano grandi segni, non alzano troppa polvere, respirano sottovoce, si accontentano di poco, fanno grandi sogni ma tengono le ali arrotolate, si nutrono di sorrisi e si mangiano le speranze.

Siamo quelli che si trovano ogni giorno una ruga nuova nella specchio, si guardano nelle foto e si imbarazzano, quelli che parlano e pensano “chissà se si nota che vorrei essere altrove”, che tirano a sorte le giornate da godersi, che si giocano a testa o croce le convinzioni.

Siamo quelli che “se ci troviamo ti offro il pranzo”, che aprono le braccia contro il vento, che fotografano arcobaleni, che abbassano i finestrini in primavera per mischiare musica e odori, che “anche se io devo andare tu sarai sempre seduta vicina a me”, che si fermano lontano dal centro per godersi i colori dei viali, che vivono in un tempo diverso.

Siamo gli autori di versi mai scritti, che abbiamo fotogrammi impressi a fuoco nell’anima, quelli che se anche gli anni son passati tu sei sempre stata qui davanti, che dedicano canzoni col groppo in gola, che si fidano sempre e rimangono fregati. Sempre. Che gli occhi non riescono a sostenere lo sguardo di fronte ad un tramonto d’ottobre. Quelli che rimarremo amici anche a mille chilometri e fra mille vite, che se non ci son parole va bene lo stesso, che vai avanti tu poi ti raggiungo, che mandami un saluto di nascosto. Siamo quelli che scrivono lettere che non spediranno mai, che non hanno scheletri ma segreti da custodire, che non vinceranno mai contro la sorte, che amami soltanto se avrai voglia, che guardano un ricordo preso a rate.

Siamo gli onesti che vivono a Scampia, che fanno uscire i pensieri coi sospiri, che “in qualche modo ce la faremo”, quelli che abbracciami solo se sei sincera, che la vita prende a schiaffi ma usciamo lo stesso perchè comunque ne vale la pena, che siamo fuori a meno sei, che si son trovati in questo mondo senza volerlo.

Siamo quelli che i sogni non svaniscono al mattino, che il cuore mezzo pieno non ci interessa, che il peso della coscienza fa troppo rumore, che lasciami il tuo ultimo pensiero.

Noi siamo quelli che restiamo, perchè se vai via avranno vinto loro. Quelli che “rimetti quella canzone e regalami uno sguardo, che mi fai stare bene”.

Spudoratamente ispirato da questo brano.

55 pensieri su “Il mondo degli “altri”.

  1. Siamo anche sempre fuori tempo massimo. Sempre e comunque. Una colonna sonora di 5 minuti prima.
    Comunque gran bel pezzo Pinocchio. C’è poco da fare. Almeno hai portato al meglio l’ispirazione data da Ligabue.

  2. Mi piace! Bravo Pino! Il Liga spesso fa questo effetto dilagante anche a me, o meglio, lo ha fatto spesso in passato … poi forse … ho smesso. Non ho ancora capito se ho smesso di ascoltarlo proprio perchè mi fa questo effetto, mi perdo troppo nei pensieri e scavo, scavo a due mani … arriverò in Cina prima o poi. Ma in Cina lo conosceranno?
    🙂

  3. sono meravigliose queste parole… tutte, ogni parola mi ha trapassato…
    Anche tu hai “gli anticorpi fatti col veleno”? Ti posso abbracciare? 🙂

  4. Claire aveva ragione! Bellissimo post… non conosco molto bene Liga. Anzi, non conosco bene le sue canzoni…ma con questo post ho le idee chiare!! 🙂

  5. caspiterina … complimenti davvero! Mi avevi conquistato già alla prima riga … continuando a leggere mi hai incantato!
    Evochi immagini, sapori e odori che danno valore aggiunto alla vita e li incastri insieme con un garbo e una poesia da togliere il fiato. Solo su un concetto non mi trovi d’accordo: NOI non possiamo essere “quelli semi trasparenti, che se mancano non se ne accorge quasi nessuno” … nel tuo caso (e spero sinceramente anche nel mio!) piuttosto scriverei:”NOI, che pensiamo di essere trasparenti, ma che invece regaliamo sorrisi inaspettati e riflessioni stimolanti” … ti pare? 😉 felice di essermi imbattuta nel tuo blog! alla prossima!

    • Oddio, non so che dire, grazie davvero di cuore, concordo sulla tua modifica, è un piacere incrociare il mio percorso con il tuo, ti avviso, di solito i miei post sono molto…”cialtroneggianti”, quindi non aspettarti grosse cose. 😜

      • i post-cazzeggio sono i miei preferiti … leggo sul web solo chi sa scrivere con ironia quello che vorrei in fondo aver scritto io!!! ma questa tua parentesi poetica meritava un plauso! … resto in attesa del prossimo post “cialtrone”!!!

  6. Pensa che prima di arrivare all’ultimo rigo, avevo già deciso di commentare: bello sto post, vedi che se lo mandi a Ligabue ci fa una canzone e ci fai i soldi! Naturalmente questa di Liga non la conoscevo, ma si vede che sei bravo (oppure che Liga è una pippa). Insomma, a me è piaciuto (e poi, che dire, gli onesti che vivono a Scampia li sento proprio miei)

      • Appunto, se Liga non è una pippa ti puoi tenere il complimento. Ogni tanto ci vuole, oh, noi siamo anche quelli che un riconoscimento, per una volta, un grazie, un bravo, quando ce lo siamo meritati… 🙂

    • Aiuto, mi sono perso fra “altri” “nojaltri” e “noi e gli altri” ma non farci caso, devo ancora prendere il terzo caffè della mattinata…forse verso le 15:00 riesco a connettere meglio.
      P.s. Bentornata da queste parti…iniziavo a stare un pò in pensiero 🙂

      • “nojartri” ,’ un vocabolo del vernacolo Romano Ma io non so se lo scritta bene perchè l’ho scritta come la sentivo pronunciare da mia nonna che era trasteverina: Comunque ora faccio una prova e guardo su Goool se conosce la festa di Nojarti che si a Roma d’estate a trastevere e cosi apprendo come si scrive a risentirci

      • allora…. errata” corrigere ” noantri. Miei nonni e mio padre erano trasteverini . e mio Nonno era anche un “portatore della Madonna del Carmelo pur essendo un uomo di sinistra.. Mia nonna aveva una splendida voce da soprano e quando qualche sua vicina gli faceva un torto cominciava a cantare stornelli intonati al torto. Erano tradizioni popolari ma tutto sommato erano anche belle.Io ho perso il” vernacolo” perchè i miei genitori mi correggevano sempre il linguaggio , altrimenti facevo errori di ortografia a scuola. E a volte quando parlo se non rifletto dico tera e non terra: ma che vuoi sono Romana e tutta l’talia può parlare in dialetto ,mentre noi se parliamo in vernacolo parliamo “Scorretto”: IL Romanesco non è un dialetto è un ” Vernacolo” I sardi per esempio quando parlano in Italiano parlano benissim e correttamente : I bambini sardi ,ed io ho insegnato tanti anni fa al villaggio dei sardi ad Ostia, non facevano mai un errore di ortografia

      • mia suocera è nata a Piombino e ho cugini di mio marito sia a Livorno che ai Pisa e purtroppo anche il mio amato e silenzioso fratello ha sposato una viareggina e vive a Viareggio: Comunque poiché mia suocera aveva anche origini senesi ,io sono stata hanno tormentata con “il perfetto linguaggio italiano”

      • Ok, mi hai convinto, ti invio una copia del giornale.
        A piombino ci vado quasi tutti i giorni (per lavoro), Livorno città non mi piace…con Pisa (e i pisani)…c’è un lieve antagonismo…ma lieve 🙂

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