Oh mamma ho quasi quarant’anni, ma ne dimostro trentanove.

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Un giorno, da qualche parte, ho letto una frase che nasconde una dura verità “Il conformismo ci uccide”.

Citandola così posso sembrare un ex figlio dei fiori nostalgico dei capelli lunghi, con fascia elastica in fronte, colorati, fluenti e assolutamente non lavati. Uno di quei giovani che sognano i tempi in cui si fumavano cannoni di salvia e tè Ati, con la musica di Cat Stevens in sottofondo e si sentivano tutti ganzi abbestia.

In realtà io quell’epoca lì non l’ho vissuta direttamente, mi sono manifestato con la generazione successiva, quella post-sessantottina, post-rivoluzionaria, post-comunista, insomma, si arrivava sempre dopo, ma anche noi abbiamo avuto le nostre belle soddisfazioni, a parte la salvia e il te Ati.

Non avevamo la cinquecento abarth, ma la Panda mille, (la mia rossa Ferrari si chiamava Pepita, ma non l’ha mai saputo nessuno), in tv non c’era Carosello, ma si sognava ugualmente con Capitan Harlock e le sfide di Topomoto e Autogatto, non abbiamo vissuto l’epoca della rivoluzione sessuale, ma abbiamo fatto arricchire una generazione di oculisti grazie a Postalmarket.

Perchè sto difendendo la categoria dei moderni quarantenni?, non saprei dirlo, forse perchè il padre del mio amico anti-lavoro tutte le volte che ci vede insieme ci squadra da capo a piedi con le mani giunte, sospira e scuote la testa, iniziando con un “alla vostra età io prendevo i passerotti al volo con le pinze, voi vi massacrate di…” Di che cosa non lo sapremo mai, visto che nel frattempo abbiamo già iniziato il torneo di PES2013; o forse semplicemente perchè avevo voglia di scrivere qualcosa e sono due ore che fisso la pagina immacolata cercando disperatamente un’ispirazione, poi mi sono voltato e ho visto la carogna che giocava a Mario Bros bestemmiando e rovesciando il Baileys sul divano e mi ci sono un pò rivisto, a parte il fatto che mi fa schifo il Baileys.

Insomma, ho iniziato questo post con la sparata intellettuale, ma sono in quella fascia di età che quando senti dire “i giovani d’oggi…” capisci che probabilmente non si stanno più riferendo a te e allora realizzi che i capelli spettinati e “gellati”, la maglietta semiseria, le scarpe “giuste” e la suoneria di “è arrivato l’arrotino” rischiano di farti sembrare antico e non rassegnato.

Insomma, qualche giorno fa parlavo con il figlio di dieci anni di un amico, l’ho guardato rincoglionirsi con il nintendo ds (3D…che è pure peggio) ho giunto le mani, scosso la testa ed esclamato “dai…spegni quel coso, io alla tua età prendevo gli uccelletti al volo bendato”…e lui “si bravo, se continui così fra un pò non prendi più neanche il tuo… in pieno giorno”

E allora via, tutti insieme a sfondarci di messaggini con whatsapp, a ritrovarci per l’apericena con qualcuno che rimedia una sbornia e una milf (che all’inizio pensavo fosse il nuovo modello della Smart) e qualcun altro che se vede da lontano suo figlio, cambia strada per non farsi chiamare papà/mamma.

Ok, finisco di fare inutili proclami, anche perchè la carogna sta tamburellando nervosamente sul tavolo, è già in tiro, occhialoni da sole, infradito e telo mare sponsorizzato “tè Ati”.