Una passeggiata nella zona rossa.

zona rossa

Allora, ho deciso di raccogliere la sfida che mi ha lanciato la mia amica Vetrocolato nel suo commento sul mio ultimo post, quello dei bravi ragazzi e degli stronzi. Perciò, cara Vetro, presta attenzione, perchè dubito che la cosa si ripeterà.

Innanzi tutto, giusto per mettere le mani avanti, sono consapevole che questo pezzo non sarà facile per me, di solito parlo in seconda, terza, quarta, milionesima persona, è una forma di distacco, ma soprattutto di protezione (o di vigliaccheria, fate un pò voi) e i pochi articoli che parlano di me trattano solo argomenti “scazzoni”, si, perché non è facile  mettermi a nudo, e la prova costume è lì a dimostrarlo, essere in gioco completamente. Però mi piacciono le sfide, provare ogni tanto a mettere un piede oltre il confine, nella zona rossa.
Si lo so, devo piantarla con questa paraventata e andare al sodo, ma era un modo subdolo per prendere tempo, però oh, mica è facile aprire quella porta, che oltretutto assomiglia moltissimo a quella de “il sesto senso”.

Lo ammetto, a costo di passare per immodesto, la prima impressione che le persone hanno di me è quella del classico “bravo ragazzo”. Detta così può sembrare una fortuna, e forse in certi casi lo è, mi aiuta sicuramente nel lavoro ad esempio, in molti altri casi credetemi, è una condanna. Si, perchè la gente si aspetta sempre che faccia cose positive, che sia senza macchia, che sia migliore. Bè, notiziona: non sono così. Mi sforzo di esserlo per non deluderli, ma di solito fallisco malamente, e dovreste vedere le facce che fanno quando scoprono la verità. Non se ne fanno una ragione, difficilmente riescono ad accettare il fatto di aver preso una cantonata. I più si allontanano.
Si perchè è molto più semplice legarsi all’idea che ci siamo fatti di qualcuno piuttosto che prendersi la briga di conoscerlo veramente, e lo capisco. Il rischio di scoprire cose che non ci piacciono è altissimo e soprattutto, molto probabile.

Durante uno di quegli inutili corsi di formazione fu detta da un relatore pagato fior di quattrini per farti sentire un inetto, fu detta dicevo, una frase che mi colpì particolarmente: nei primi trenta secondi si forma nella testa della persona che sta di fronte a te  un’idea sul tuo modo di essere, ci vogliono minimo tre anni perchè questa idea possa cambiare.
Voi però siete fortunati, con questo post vi accorcerò i tempi di gran lunga. Andrò a rimestare nel torbido, mi sporcherò le mani e porterò alla luce un po’ di scheletri guardandoli per una volta dritto nelle orbite, e, forse, mandarli definitivamente a fanculo.

E allora fanculo a tutte le volte che non mi sono ribellato a mio padre, perchè io non sono come lui, cazzo, no, io sono io e basta, a tutte le volte che non ho saputo resistere alle tentazioni, sentendomi una merda per il dolore causato alle persone che mi stavano vicino, fanculo a tutte le volte che non ho interrotto il percorso di una canna e l’ho fatta girare, fanculo a quando ho tradito la musica per seguire una qualche utopia, che di solito indossava un paio di calze a rete, per tutte le volte che ho lucidato un sogno senza avere le palle di crederci fino in fondo. , a tutte le volte in cui ho scelto la via più facile, alle volte in cui ho mentito per pararmi il culo, a tutte le volte in cui ho lasciato che decidessero per me.  Fanculo a tutte le maledette volte che mi guardo allo specchio e non riesco a sostenere lo sguardo

La verità è che non riesco a tirarmi via dalla periferia in cui sto, e non sto parlando in senso geografico, è la periferia delle emozioni, dei progetti irrisolti, di coloro che scaldano i motori ma rimangono fermi dentro l’hangar, per quelli come me che ogni giorno è quello buono e invece invecchiano con i rinvii, che hanno un ruvido bisogno di far parte di qualcosa, che sperano di riuscire a sciogliere quei nodi che fanno un male dell’anima, che vivono in apnea sul trampolino senza tuffarsi mai, che portano dentro di loro dolce curaro e amaro miele, nella speranza di durare oltre quest’attimo.

Questo è il mio lato buio, il mio lavoro nero, è un po’ il mio male di me.

Bene, Vetro, ho fatto del mio meglio, pero ora è il massimo che riesco a dare parlando di me, non lo so se ho vinto la mia sfida, ci ho provato, e questo è già qualcosa.

46 pensieri su “Una passeggiata nella zona rossa.

  1. Se smetti di accettare le sfide devi anche essere sereno e felice di quello che sei. E se lo sei, hai tutta la mia stima.
    Ma se decidessi di non smettere di accettare le sfide, beh, io sono sempre qua. Il mio indirizzò wordpress lo conosci.
    E non ti giustificare mai, MAI. Te lo dice una che sa sbagliare benissimo.
    Pinocchio, il tuo torbido lo conosci solo tu.
    Lo sai, sono una rompiballe, ma non smetterò mai di voler conoscere davvero chi mi circonda.
    La tua periferia emozionale, se la guardi bene, ha una via d’accesso per il centro. Io è li che volevo arrivare.
    Solo l’anima dice la verità.
    E abbiamo la scrittura che può aiutare a farla uscire.
    Non aver paura.
    😉

  2. “Fanculo a tutte le volte che ho ceduto alle tentazioni sentendomi una merda per il male causato alle persone che mi stavano vicino” mi è capitato, una qualche volta. Io dico “Fanculo alle volte che mi sono lamentata per qualcosa che vorrei fare o cambiare e alla fine non ho fatto nulla se
    Non accontentarmi”. Gran bel post Pinocchio, davvero.

  3. Questo post mi ha fatto pensare a me e, a costo di sembrare una deficiente, mi viene solo una cosa da pensare e cioè: “per fortuna che ho incontrato il buddismo e per fortuna che ho passato tutte le crisi che mi allontanavano da lui”. Da sola, non sarei mai ruscire a passare attraverso alle mie zone rosse e superarle… e soprattutto, di zone rosse ne spunteranno per tutta la vita e io spero sempre che riuscirò a attraversarle.
    Comunque sia, questo è un bel post, mi ha fatto riflettere e penso che ora ci penserò tutto il giorno che resta…
    se davvero vuoi, secondo me,ce la farai a tirarti fuori da quella periferia delle emozioni, in cui mi sa che non stai tanto bene… però lo devi volere. Altrimenti se ci stai bene, allora ho capito male io e non devi fare niente 🙂

  4. Sei stato così bravo e vero che vorrei abbracciarti, E offrirti una birra. Fanculo alle tue imperfezioni, e agli errori, fanno parte della vita, ammetterli e cercare di essere migliori non è poco amico mio, non è per niente poco! Sei un passo avanti alla maggior parte della gente che conosco. Ti abbraccio, se pur virtualmente.

  5. ..non so come mai non ricevo piu’ gli aggiornamenti dei tuoi post..sono passata a leggerti spontaneamente e sono felice di averti letto. Sei stato un grande ad essere così puro nel parlare di te..io non so se avró mai il coraggio di farlo. Notte

  6. La storia dei 30 secondi e dei tre anni non è così vera. Forse nell’ambito delle vendite, ma in quello delle normali relazioni umane, non è così. Ad essere autentici, magari si sfondano amicizie superficiali, ma rimangono e si approfondiscono amicizie vere. E se ne fanno di nuove.
    Mi ha fatto piacere leggere questo post… Non mi sei più solo simpatico, hai acquistato spessore e sfumature. Per me che non ti conosco, sei un po’ più vero.
    Un abbraccio, e onore al coraggio 🙂
    Chiara

  7. Bravo, hai avuto coraggio: non è facile “rimestarsi dentro” e darsi in pasto al mondo. Eppure sono convinta che le parole, anche quando non sono scritte in prima persona, ci dicano molto di più di quello che l’autore vuol far trapelare: basta aver voglia di capirle. Sono sicura che da qualche parte nel tuo blog il tuo “torbido” era già uscito fuori, magari nascosto dietro qualche frase che nelle intenzioni diceva tutt’altro 🙂
    Un abbraccio a te e ancora complimenti!

  8. C.V.D. : sei un bravo ragazzo.

    Poi mi spiegherai chi ti ha inculcato in testa che i bravi ragazzi son quelli che non deludono mai e non sbagliano mai.
    A pensarci bene io lo so chi è stato, conosco anche io quel tipo, Si chiama Super io. Ho a che fare con lui da molto.

    Bene bene, comunque, hai aperto la porta…. ah se credi di rinchiuderla ora…. ohhhhh mi spiace, non puoi… ti tengo sotto’occhi sappilo.

    PS: hai parlato di lato oscuro, ma non l’hai mica fatto vedere…. perchè se chiami lato oscuro quello…. ti mando il mio così poi capisci la differenza 😛

    • Si, il nostro amico comune, super io, effettivamente in questi giorni mi sta martellando parecchio. A te posso dirlo, tanto non ci sente nessuno, ci ho impiegato tre giorni a scrivere questo post, avevo iniziato con propositi bellicosi (nei miei confronti), poi il mio spirito di conservazione mi ha indotto a restare un pò più in superficie. Lo so che la porta rimarrà aperta, speriamo che ciò che deve uscire da lì dietro lo faccia almeno in maniera ordinata, rispettando la fila.

      • Il super io non vuole che apri quella porta, perde potere se lo fai, di conseguenza… fallo!!!
        Anzi riscrivi a brevissimo che a A ME MI PIACE 🙂

        (PS: sappi che il super io quando inizia a spodestarlo ti manda in fusella, ma forse lo hai intuito)
        (PPS: La fila?!? uauauaauuauauauaau che ridere)
        (PPPS: in maniera ordinata UAUAUAUAUAUAUU basta basta che ti assumono a Zelig 😉 )

  9. Ah, pensa che io ho iniziato a scrivere un blog proprio per raggiungere il mio centro. Ne sono ancora lontana anni luce, ma il viaggio di per sè è già un buon percorso da fare. Buona partenza 🙂

  10. vicoli sporchi, gatti randagi in cerca di topi, spazzatura ammucchiata ai lati della strada. Tutti abbiamo la nostra periferia emotiva. Il nostro vicolo buio da attraversare. Quello che hai fatto qui è passarci in mezzo, metterlo in luce, iniziare a ripulire. La vita la passiamo a ripulire quello che di noi è sporco, per essere diversi. Farlo non è semplice. Ammetterlo ancora meno. Bellissimo post.

    • Grazie mille, andare a rovistare in zone buie non è mai piacevole, rivangare cose che preferiresti aver dimenticato, o semplicemente ti illudevi di averlo fatto, comporta sempre una fatica immane, ma spesso, dopo, ti ne esci leggermente migliorato e capisci che, comunque sia, ne sarà valsa la pena.
      Grazie ancora per essere passata di qua.

  11. Guarda, io ti ringrazio. Lo sforzo che hai fatto per te stesso è di esempio. Il lato buio è in tutti, e per guardarlo ci vuole molto coraggio ma è anche l’unica via per migliorarsi.

Rispondi a umoreumorismo Cancella risposta

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...