Se non ti conosco ti svelo un segreto.

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Stamani ho letto una notizia curiosa: una donna su quattro non sa mantenere un segreto.

Considerate che l’articolo continuava dicendo che in media ogni donna viene a conoscenza di tre segreti ogni sette giorni. In poche parole tutto il genere femminile sa i cavoli nostri.
Lo so, cari compagni di sventura maschili, credevamo di essere al sicuro e invece siamo sulla bocca di tutti, anzi…di tutte, che è pure peggio.

La realtà è che ognuno di noi ha bisogno di “raccontarsi”, abbiamo tutti un’urgenza spasmodica che qualcuno ci ascolti, che diventi un nostro confidente e che, possibilmente, ci dica ciò che noi ci vogliamo sentir dire.

Si, perchè quando abbiamo un segreto, che poi spesso è anche un problema da risolvere, diventiamo forse più ricettivi, ascoltiamo i consigli, ma allo stesso tempo molto siamo più selettivi, chi non la pensa come noi non è visto di buon occhio e mettiamo subito le mani avanti dicendo che non ha capito la situazione. E invece magari la “situazione” l’ha capita eccome, forse anche meglio di noi, perché riesce a vederla con occhio distaccato e soprattutto non ha coinvolgimenti, che nella maggior parte dei casi sono sempre sentimentali.

Tornando a bomba c’è da dire che la nostra smania di confidarci, in alcuni casi ci fa perdere la lucidità e spesso ci porta a mettere il nostro segreto nelle mani sbagliate. Ho notato che questa eventualità è più frequente fra donne.
Difficile spiegarne i motivi, forse l’amicizia fra donne raggiunge un livello di intimità maggiore, fra di loro si considerano sorelle, molto probabilmente anche i livelli affettivi sono diversi, oppure, più semplicemente, le donne si “risparmiano” meno, si raccontano proprio tutto tutto. E allora può succedere che una confidenza che per una di loro è particolarmente riservata possa essere scambiata per un normale segreto da poter condividere con le altre.
Si, lo so cosa state pensando care donne in lettura: alcune sono proprio stronze e lo fanno di proposito. Probabilmente, anzi sicuramente è vero, ma qui si entra in dinamiche che vanno al di la delle mie (limitate) capacità di comprensione. Scusatemi, ma proprio non riesco a spiegarmi come in un rapporto di amicizia si possa arrivare a essere così subdoli. Ok, scusate lo sfogo.

Per noi uomini è, ovviamente, diverso.
Forse lo spirito di cameratismo che alberga dentro di noi ci fa vivere la condivisione dei nostri segreti in una visione completamente diversa. Ci raccontiamo gli eventi in due o tre frasi, possibilmente non troppo lunghe altrimenti chi ascolta perde il filo, una cosa tipo “ieri sera ho conosciuto una tipa” – “splendido, c’è stata?” – “si” – “bene, con chi gioca la Juve domenica?”
Capito la dinamica? Uno spara il colpo, l’altro lo prende al volo e si passa oltre.
Scherzi a parte, non è sempre così, sui problemi davvero importanti ci appassioniamo eccome, ci scambiamo consigli, come voi, solo che i nostri consigli sono più stringati e leggermente più pratici.
La realtà è che noi uomini non ci confidiamo mai completamente, almeno non fra di noi. Raccontiamo il problema a grandi linee, ci riserviamo uno spazio d’azione tutto nostro. È più forte di noi.

Le cose cambiano leggermente quando esponiamo i nostri tormenti ad una donna. Di solito…non la nostra. Lì assumiamo un atteggiamento quasi prestabilito: partiamo cauti, lanciamo il primo sassolino e vediamo la reazione, se lei si appassiona proviamo a lanciarne uno più grande, fino ad arrivare al punto di finire tutti i sassi che abbiamo a disposizione e…vuotiamo il sacco. La cosa strana è che spesso ciò avviene con quelle donne che non fanno parte della nostra cerchia stretta delle cosiddette amicizie, le conosciamo, ma in modo marginale, magari abbiamo iniziato a parlare con loro tramite una chat, instauriamo un rapporto di confidenza tale da sentirsi “al sicuro”, non hanno rapporti con i nostri amici storici, non conoscono le dinamiche che regolano la nostra esistenza, ma sentiamo che possiamo fidarci e soprattutto abbiamo la certezza che non potranno tradirci e questo ci tranquillizza non poco. Concediamo loro di conoscere solo la parte di noi che ci interessa svelare, il resto non conta. Incredibilmente svisceriamo il problema in tutta la sua complessità e siamo estremamente onesti, non abbiamo timore di far uscire i nostri lati oscuri, perchè nella maggior parte dei casi non sono lì per giudicarci, ma semplicemente per leggere la nostra confessione, senza filtri.

Per nostra natura quando abbiamo la possibilità di mostrare le debolezze senza che nessuno ci guardi negli occhi le nostre confessioni sono più autentiche.

Quindi, chiunque voi siate, lasciateci raccontare, non giudicateci, entrate nel nostro confessionale e dateci la vostra opinione, approfittate dello schermo che ci separa per vedere la parte più onesta di noi. Fatene buon uso, non capita spesso.

“A volte è più facile confidarsi con un estraneo. Chissà perché. Forse perché un estraneo ci vede come siamo realmente, e non come vogliamo far credere di essere.”
Carlos Ruiz Zafón.>

54 pensieri su “Se non ti conosco ti svelo un segreto.

  1. Ti posso confidare un segreto? Il modo più sicuro per far sapere a tutti una cosa é confidarla a qualcuno scongiurandolo di non parlarne! E ora che ti ho rivelato il mio segreto sono costretta ad ammazzarti. Mi dispiace. 🙂

  2. Forse perché all’estraneo possiamo mostrarci come vorremmo essere…
    Ricominciare da li.
    E costruire un’immagine che ci piaccia…
    Forse…
    No?

  3. Questo post sui segreti mi tocca personalmente…
    Una delle cose che mi ferisce di più è scoprire che qualcuno di cui mi fidavo ciecamente ha rivelato una mia confidenza.

  4. In questo post mi ritrovo molto. . Seguo anch io la filosofia del confidarsi cn estranei è più semplice. .. inoltre le donne che conosco nn mi ispirano fiducia. .

  5. Vero, confidarsi con degli estranei risulta spesso più semplice… Personalmente se devo confidare un segreto, ne parlo con un uomo… 🙂

  6. Infatti c’era un tempo in cui mi raccontavi la vita tua, ma da quando sei una blogstar non mi dici più un cazzo

  7. Che donne e uomini siano due universi diversi e destinati a non comprendersi totalmente è ovvietà. Il perché, effettivamente non è stato ancora sufficientemente indagato. Bellissimo (come sempre) e veritiero il tuo post. Mi hai dato uno spunto di riflessione, su me stessa sopratutto, che alle volte mi scopro così sconosciuta. Come ben sai, ora io ho un segreto, un progetto segreto lo definirei ed essendo segreto, per definizione, è segretissimo! Anzi, oserei dire top secret dal momento che se lo venisse a scoprire il mio capo rischierei di non vedermi rinnovato il contratto. EPPURE provo il desiderio irrefrenabile di raccontarlo a tutti. E con tutti intendo proprio tutti. Così, a lettura terminata del tuo post mi sono chiesta: perchééé?? Forse il motivo è che noi donne, diversamente da voi uomini, viviamo le emozioni in maniera amplificata. Per noi dietro ad ogni avvenimento ci sono riflessioni, impressioni, invisibili a voi maschietti. Voi riuscite ad essere più pragmatici, più concreti, per questo vi invidio molto. Per noi un fatto non è mai oggettivo, è motivo di indagine chirurgica. Per riprendere il tuo esempio: se voi uscite con una donna, vi passate le informazioni principali, gli indizi necessari per raggiungere un’opinione chiara e precisa. Noi donne non ci riusciamo, è più forte di noi, noi analizziamo ogni singola parola di quel lui che ci ha portato a cena fuori, ogni suo atteggiamento, effettivo o presunto. Siamo complicate, non c’è dubbio, perché oltre ad essere certosine nell’indagine, siamo poco (per niente) oggettive. Ci perdiamo nei dettagli e ci lasciamo sfuggire il tutto. Siamo capaci di passare la serata infastidite nel notare che lui lancia sguardi alla ti dove stanno passando la partita di calcio e ci sfugge la fede al suo dito. Sul perché non riusciamo a tenere un segreto (esclusi i casi di lingue lunghe) ho una mia personalissima teoria. Credo che le donne alla nascita vengano fornite di un tecnologissimo amplificatore di emozioni. A noi sembra sempre di amare di più, di soffrire di più, di divertirci di più, di faticare di più. Il sovraccarico di emozioni ci frega, non siamo in grado di reggerle tutte, è per questo che sentiamo la spasmodica esigenza di condividere con qualcun altro i nostri segreti, le nostre emozioni. Perché per quanto sia grande il nostro cuore, non le riesce a contenere tutte.

    • Mi sono preso tutto il tempo necessario per leggere il tuo commento, ha fatto un’analisi precisa del vostro universo che condivido pienamente. È vero, siete complicate, ma è questo lato di voi che ci affascina maledettamente. Il vostro vivere le emozioni in modo diverso da noi è la giusta compensazione, perchè riuscite a farci vedere alcuni aspetti che altrimenti rimarrebbero nascosti alla nostra attenzione. Certo, non sempre la cosa ci fa piacere, alcune volte preferiremmo non vedere, ma senza il vostro aiuto il quadro non sarebbe mai completo.
      Grazie, per avermi dedicato il tuo tempo, il tuo segreto è la cosa migliore che possa capitare nella vita di una persona, parlo per esperienza. Sarà una continua scoperta e una serie interminabile di sorprese.

      • E noi, che alle volte, troppo prese in elucubrazioni tutte nostre, ci dimentichiamo di respirare, grazie a voi torniamo a vivere. Grazie per la tua bellissima risposta, Pinocchio; leggerti, in post o in commento, è sempre un piacere!

  8. Se qualcuno mi riferisce un segreto sono peggio di una tomba (per fortuna con un soffio di vita), non lo rivelo mai, è come tradire. La tenutaria dei miei segreti e io la sua, è Roberta, noi ci fidiamo ciecamente una dell’altra e se parliamo di qualche confidenza che abbiamo ricevuto èper confrontarci nei pensieri, o magari per un consiglio.

  9. Sono stata cassaforte per un uomo e viceversa, proprio come descrivi tu. Un’esperienza bella e liberatoria, utile e importante. Impegnativa.
    Una cosa rara e che porterò sempre con me.

  10. Post molto interessante e per me un po’ spinoso, per tanti motivi.
    Uno di questi è che Io sono sempre stata molto discreta, sia nel conservare le confidenze che a parlare dei miei pensieri più intimi. Ma devo dire che questa chiusura si è rivelata alcune volte molto dannosa.

    • Ecco, chi mi conosce poco dice che sono troppo riservato, chi mi conosce bene…che parlo troppo, insomma…come faccio sbaglio. 🙂 “tu sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre….”

  11. Hai detto tutto tu! Su, confessa, in un’altra vita sei stato una donna..
    A parte gli scherzi, credo che ci si confidi più con le persone estranee per l’esistenza di uno schermo che può filtrare le emozioni.

    • Ehiii…ma grazie, ho già ricevuto il premio un pò di tempo fa…insomma “ho già dato”….comunque troverò il modo di ringraziarti ugualmente nel mio prossimo post, anche se, da uomo etero, “farsi i pompini a vicenda” mi inibisce un pò….ahahahah…dai..grazie davvero.

  12. E’ vero, cazzo, che a un estraneo si riesce a confidarsi più facilmente. E’ una cosa che ho sempre notato e che non sono mai riuscita a capire perché succedesse. Non so cosa scatti nella testa, ma tante volte si pensa che più una persona ci conosce più facilmente ci giudicherà; una maggiore confidenza porta ad esprimere opinioni senza un freno, mentre ciò che vorremmo è qualcuno che semplicemente ci ascoltasse. Un estraneo ha quella distaccata gentilezza che ci da l’illusione di venire più accettati (magari fra se e se pensa “ma che pirla!”). Questa è solo un’ipotesi. Quanto allo spettegolamento fra donne che rivelano facilmente i propri segreti, pare che io sia troppo riservata per parlare apertamente e facilmente dei miei segreti, proprio con le amiche più care, se non dopo un paio di mezze pinte di birra per sciogliermi. Ma per timore del giudizio di chi mi ascolta, non tanto per paura che la confidenza venga divulgata.

  13. uhmmmm uhmmmmm uhmmmm………………….

    ora vorre scrivere un commento lunghissimo (più del tuo post, perchè mi vengono rifelssioni a più cose, che vuoi farci 🙂 tu mi ispiri riflessioni), ma non lo farò, ti dirò solo che che dal mio punto di vista, apririsi totalmente o gettare i sassi come dici tu in rete è ancora una variante del:
    ” una cosa tipo “ieri sera ho conosciuto una tipa” – “splendido, c’è stata?” – “si” – “bene, con chi gioca la Juve domenica?”Capito la dinamica? Uno spara il colpo, l’altro lo prende al volo e si passa oltre.”

    In qualche modo lo schermo e come il “si passa oltre” perchè in fondo non ti metti in gioco. Lo so che appare diverso perchè dici tutto o quasi, ma appare… in fondo ti senti protetto da quel scherno e dal fatto che tu gestisci se davvero far entrare quella persona nella tua vita vera e reale. In qualche modo “detieni” il controllo e quando detieni il controllo non stai davvero comunicando con l’altro…. dio come è difficile spiegare questo concetto… spero di essere compresa

    Confidarsi con un estraneo è più facile proprio per quello, perchè “sparirà” portandosi con lui il nostro sfogo e non “minacciando” il fatto che le nostre parole sono uno sfogo e non parole atte a migliorare la nostra vita.
    Io la chiamo la sindrome dello scompartimento del treno.

    Diverso è parlare con chi ti conosce, li è un atto di coraggio. coraggio liberatorio però.

    Per quanto riguarda la sottoscritta e come si rapporta, questo non vuol dire che io non abbia amici di rete sia ben chiaro 😀
    Solo che tendo che a mischiare sempre, se una persona mi piace, io tendo a portarla nel reale e non lasciarla nel virtuale (chiaramente se anche lei/lui lo vuole. Se non lo vuole… io mi pongo una domanda però…).

    Però so e sono convinta che spesso un’amicizia nata “senza che nessuno ci guardi negli occhi le nostre confessioni sono più autentiche” può trasformarsi in una grande amicizia, solo che lo è una volta su 10 🙂

    PS: ok ok avevo detto commento breve… e l’ho fatto, pensa se commentavo come avevo in mente su tutto 😛

    • Come sempre hai centrato il nocciolo della questione. Comunicare attraverso un monitor ci riserva una “via di fuga” e questo ci fa sentire più protetti, più sereni e spesso, molto più sinceri, soprattutto con noi stessi.

      • Ecco, parlare dietro un monitor alla fine è parlare con noi stessi…

        Ma detto questo, Willy (un mio amico dall’anno domini 2003) è tra i miei più cari amici, e credo sia al momento l’unico uomo che conosca il 90% di me l’ho conosciuto dietro un monitor 😀 solo che poi ci siamo trascinati davanti a una cena messicana mesi dopo, ma proprio perchè finchè ci si scherma non si è amici 🙂

  14. Qualcuno però potrebbe anche dire di andare da un bravo psicologo che fa proprio quel lavoro lì di confessionale estraneo che, magari, una qualsiasi altra donna conosciuta in chat non potrà fare a livello professionale, rimanendo anche coinvolta magari in dinamiche in cui si creano problemi.
    😛

  15. La differenza principale sta nei dati, la donna parla tre volte tanto dell’uomo, va a finire che per una distrazione o per un motivo di conversazione, “spiffera” un segreto che doveva tenersi per se. “Oh, tu non dire che te l’ho detto peró…” Siamo incorreggibili, e soprattutto pensiamo troppo, sempre, anche mentre dormiamo. Qualcosa raggiunge l’orlo e scivola fuori, sempre.
    Cosa ne pensi in proposito di quelle donne che DEVONO essere un libro aperto verso il loro uomo (“perché noi ci diciamo tutto”) e gli raccontano anche i cazzi e mazzi delle sue amiche? A voi quanto interessa?! Io lo trovo patetico.

    • La verità è che noi non vogliamo sapere tutto, ci piace un po’ di mistero, qualcosa di non condiviso, due persone che si sostengono ma indipendenti l’una dall’altra. Almeno, questa è la mia visione.

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