Alla fine sono un uomo “anch’io”.

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Premessa: a casa va tutto bene. No, così, giusto per tranquillizzare parenti e amici.

Non riesco a dire “addio”. Vi posso assicurare che in alcuni casi è un limite davvero problematico.

Capirne il motivo non è cosa semplice, non saprei spiegarlo, nei rapporti con le persone non mi rispiarmio molto, all’inizio potrei sembrare timido e riservato, e forse lo sono veramente, ma una volta preso “coraggio” mi lascio andare e i sentimenti che provo, piacevoli o no che siano, vengono fuori, inevitabilmente. In un rapporto di coppia non mi vergogno a dire “ti amo”, certo, con i miei tempi e centellinati come le gocce del Plasil, ma lo dico. Non posso certo essere definito un uomo “anch’io”, quelli che non si sbilanciano troppo, quelli che quando la loro compagna li guarda negli occhi e pronuncia le fatidiche due parole, loro sorridono e rispondo “anch’io” o “idem” se hanno visto 127 volte Ghost.

Ma quel pesante “addio” proprio non mi esce, non solo, mi rifiuto persino di pensarlo, inconsciamente so benissimo che quella sarà “l’ultima volta” ma mi piace darmi un altro appuntamento, pensare che sono stato bene in luogo e l’anno prossimo potrei anche tornarci. In sostanza, un modo raffinato di prendermi in giro. Non sto parlando solo di saluti definitivi ad amanti, amici, persone comuni, ma anche di lavori, oggetti, luoghi. In ognuna di queste occasioni sarà comunque un distacco doloroso. Spesso mi è capitato anche di lasciare posti e persone senza neanche sapere che li stavo lasciando, convinto veramente che li avrei rivisti e devo ammettere che mi sono sentito pure peggio, perciò, per assurdo, se lascio qualcosa o qualcuno lo voglio sapere.

Quando capita mi comporto in modo strano, divento sfuggente, cerco di prolungare il più possibile il tempo che mi separa dal distacco, come quando ti tieni le mani per trattenerti ancora, si cercano invano bugie più belle tipo “ci sentiamo presto” oppure “appena sono dalle tue parti ti chiamo” ed entrambi sappiamo che non sarà così. Le frasi dei saluti, gira e rigira sono sempre quelle,

Come sempre sto girando intorno al punto cruciale. E’ inutile prenderla alla larga, uno dei distacchi più duri è quello amoroso.

Sia quando siamo noi a decidere, sia quando è l’altra persona a farlo, il momento dell’addio sarà comunque come un lutto e andrà celebrato con solennità e rispetto. Probabilmente lo condivideremo con altre persone, si, perchè è un fardello troppo pesante da portare da soli e non vedremo l’ora che qualcuno venga in nostro soccorso. Per fortuna c’è un universo di facchini, fatto di amici veri pronti a sobbarcarsi un po’ del nostro peso.

Ci sono vari modi per dirsi addio in amore. Uno di questi è fatto di allontanamenti lenti, quasi per rendere meno traumatico il distacco, uno stillicidio di messaggi e chiarimenti, un percorso più o meno lungo, entrambi sappiamo dove ci porterà, ma abbiamo bisogno di convincersi lentamente e in un certo senso, illudersi. Vogliamo credere che ci sia ancora una tranquilla routine che in qualche modo ci fa sentire al sicuro. Sul momento puo’ sembrare un passaggio più soft, ma alla lunga si trasformerà in una sorta di lenta agonia. Lo so, posso sembrare un po’ troppo drastico, ma preferisco la seconda soluzione. Quella del taglio netto.

Sono per il cassetto chiuso a chiave, da non riaprire, sai che c’è, che rimarrà lì per sempre, ma per il bene di entrambi è meglio non aprirlo. Il distacco netto, puo’ sembrare terribile, ma è la premessa migliore per un nuovo inizio. Tendenzialmente non amo pensare che “il tempo è un gran dottore”, ma è innegabile che il tumulto che abbiamo nell’anima alla lunga si poserà, farà un nuovo sedimento e noi continueremo ad andare avanti, anche se ci resterà il nodo alla gola per ciò che sarebbe potuto essere e non sarà mai.

E allora non ci resta che accusare il colpo, raccogliere tutti i nostri pezzi e salutarsi come fanno gli scout, auguranosi “Buona strada” e con i nostri tempi cercare di proseguire, con qualche ammaccatura in più, un po’ più cinici un po’ meno sognatori, ma sarà una nuova occasione per tornare ad amarci. E magari capiremo che il mondo non è fatto solo di addii.

Si, il mondo degli addii è decisamente molto complesso e soprattutto doloroso, ecco, forse è per questo motivo che non riesco a dirlo, probabilmente mi manca il coraggio di ammettere che quell’istante segnerà un punto definitivo di chiusura. Ed è in quel preciso momento che, per una volta, quando qualcuno mi dirà “ti dico addio” io risponderò “anch’io”.

“Con ogni addio impari.

E impari che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.

E inizi a imparare che i baci non sono contratti
e i doni non sono promesse.

E incominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta
e con gli occhi aperti con la grazia di un adulto
non con il dolore di un bimbo.

Ed impari a costruire tutte le strade oggi
perché il terreno di domani è troppo incerto
per fare piani. Dopo un po’ impari che il sole scotta,
se ne prendi troppo.

Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima,
invece di aspettare che qualcuno ti porti i fiori.
E impari che puoi davvero sopportare,
che sei davvero forte, e che vali davvero.”
Jorge Luis Borges.

65 pensieri su “Alla fine sono un uomo “anch’io”.

  1. vado oltre….

    Dopo”

    pezzi di legno gli amori

    tutte le ore accatastate

    da bruciare

    “Dopo”

    fotografie sbiadite

    che non cessano di sanguinare

    mi scuso col grande Jorge, se ho la pretesa dopo di lui di esprimermi con i miei versi…ma io mi esprimo come so

    bisogna pensare BENE anche al -dopo- no?
    buon giorno ex burattino

    • Il “dopo” è sempre la parte più difficile, perchè non si sa mai quanto durerà, molte volte può allentare in pò la presa ma non ti mollerà mai completamente.
      I tuoi versi sono sempre dei regali meravigliosi. Sono sempre il solito burrattino, ho semplicemente cambiato il cappellino di mollica, ma sotto c’è sempre un pezzo di legno che si crede chissà chi.

  2. Questa cosa qui che hai scritto capita proprio nel momento adatto alla mia vita. È un periodo di gran sofferenza perché ho dovuto dire addio a molte persone che avevo vicino. Cazzo che strazio!!! 😦 io ho capito perché faccio tanta fatica a dire addio e anche se l’ho capito mi dilanio ugualmente! Che fatica!

  3. Sabato a Bologna (ti abbiamo anche nominato pensa, abbiamo detto peccato ch enon è venuto) chiaccherando tra le vie e i porticati di quella bellissima città, abbiamo parlato proprio del: “Non riesco a dire “addio”.

    Ne è venuto fuori, che ormai addio lo dicono quasi sempre le donne a un certo punto. E che gli uomini fanno fatica a dirlo.

    Il perchè credo sia abbastanza lungo da viscerare qua in poco tempo, ma come sempre quando ti leggo, sorrido perchè mi piace quello che vedono i miei occhi, sia quelle lettere scure sul fondo bianco, sia la persona dietro al monitor

  4. Io sono drastica, se decido di dire addio lo faccio senza girarci intorno, penso sia meglio così. Poi magari ci sto male, ma sono impulsiva non posso farci nulla…

  5. Io sono come te faccio fatica all’inizio ad esprimere quello che provo, ci ho messo anni per imparare a dire ti voglio bene (figuriamoci dire ti amo per me è ancora uno scoglio) Però ho capito che esprire quello che si prova fa bene non solo a chi lo dice ma anche alla persona che abbiamo di fronte. Invece per quanto riguarda gli addii beh, anche se concordo quando dici che ci vuole un taglio netto non mi riesce, non subito almeno. Ho bisogno di un percorso che mi porti a capire che effettivamente non ce n’è più, non riesco a staccare da un giorno all’altro anche se magari è davvero la cosa migliore. Però poi quando arriva quel famoso momenti in cui svolto, allora svolto davvero senza alcuna possibilità di ripensamenti.Comunque non è mai facile!

    • Facile assolutamente non è, ma spesso troncare di netto è la soluzione più giusta, anche perchè alimentare false speranze non è dignitoso. Per quanto mi riguarda preferisco che mi si dicano chiaramente come stanno le cose, è sicuramente più onesto. E meno umiliante.
      Grazie per essere passata di qua, per il follow, per aver accettato il mio post su ritRoviamoci…insomma…ti devo una birra 🙂

  6. Personlamente ho provato sia la versione “stillicidio” che quella “immediata e drastica”, ma, oltre ad averle rapportate a due persone ben differenti, ho relazionato la mia “scelta d’addio” soprattutto in base al fattore “durata della relazione” ed a “importanza della relazione”.
    Non fraintendetemi..l’amore della mia vita l’ho lasciato dopo solo un anno di relazione..e ahimè è stata la scelta peggiore che potessi fare..la superficialità quel giorno ha avuto la meglio sul sentimento lo devo proprio dire.
    A presto e complimenti per l’articolo davvero coinvolgente!

    • Ok…ora esprimo un proclamo un po’ forte…preparati. Io non so come siano andate le cose, ma, mi chiedo….dopo che hai chiuso lui ha fatto di tutto per cercare di riconquistarti?…se la risposta è “no”…allora non era l’amore della tua vita. Se è “si”…corri a chiamarlo. 🙂

      • Okei mi ero aggrappata forte ai braccioli della sedia 😉 !! Ebbene devo dirti che ha tentato e più volte per giunta!! ma anche se non so bene il perché, per ben due anni di fila, non ne ho voluto sapere…forse era solo questione di orgoglio! non potevo tornare sui miei passi e rimangiarmi determinate cose! Sono passati ormai sei anni e lui si trova felicemente in relazione con un’altra donna..sono felice ovviamente per lui, ma ammetto che sono terrorizzata che si sposi! (farei così come Julia Roberts in “Il matrimonio del mio migliore amico” e ricordo che non finisce bene!!!!)

      • ahaaahh okei dai allora mi prendo questa magra consolazione 😉

  7. Io sono la regina degli stillicidi negli addii amorosi…soprattutto perché mi ci vuole un po’ per capire cosa stia succedendo, un po’ per capire il perché, un po’ per tentare di rimediare e un po’ per aspettare se ci sia una risposta dall’altra parte. Però alla fine a tagliare è toccato sempre a me. Che fatica!

  8. sono mitridatizzata alle perdite, forse per questo non ho mai pronunciato un addio. o forse perché fa troppo melodramma e a me scappa sempre da ridere, anche alla fine.

  9. In linea generale è per me abbastanza difficile dire addio. In pratica poi ho detto addio molte volte e tagliato definitivamente senza neanche rendermene perfettamente conto. Nel senso che è stato il tempo a definire l’addio.

    • Si, ho ben presente la situazione….i contatti si rallentano, gli incontri si diradano sempre di più e alla fine ognuno segue la propria strada, senza bisogno di dire niente. Le chiusure consensuali sono sempre le migliori.

  10. Che brutti gli addii. Addio a persone, luoghi, momenti… Il mio problema è sempre lo stesso. Mi lego, mi affeziono a cose e persone sempre troppo.. Bellissimo post ma mi hai lasciato un Po’ di lacrimuccia…

  11. Tu hai ragione e Borges ha ragione ma io credo che molti addii vengano rispediti al mittente e nulla alla fine vi sia di definitivo se supportato da una speranza. Poi, certo, dipende.

    Ti regalo un libro (e anche un film di Robert Altman bellss entrambi) Il lungo addio (titolo originale The Long Good-bye) un romanzo dii Raymond Chandler

    sherasolongsolongdear

  12. Sono per la soluzione drastica, almeno in amore, se si decide ci vuole il taglio, quando sento le mie amiche dire…però si può restere amici…ma amici di che? L’amore è una cosa, l’amicizia ben altro. Come si può condividere l’amicizia con un uomo (nel mio caso) con cui hai fatto sesso, hai baciato, hai ballato, hai sorriso…Non ci sono riiuscita, perchè io sono una divorziata, e la decisione l’ho presa io, e ti posso garantire che ho sofferto da cani, mentre molti pensano che sia il contrario,:chi decide soffre meno, per niente vero. Spiegare perchè è troppo lungo, ma per me è così. Con il mio attuale marito, che prima era stato solo un “compagno” siamo stati sull’orlo dell’addio, senza pensare di rimanere amici, impossibile (vedi sopra); ma non ce l’abbiamo fatta, stavamo soffrendo troppo e dopo quasi 25 anni sappiamo il perchè.

  13. Che bella e delicata analisi dell’addio hai fatto!
    Mi sono ritrovata in alcune cose che hai detto di te: “con le persone non mi rispiarmio molto, all’inizio potrei sembrare timido e riservato,(…), ma una volta preso “coraggio” mi lascio andare e i sentimenti che provo, piacevoli o no che siano, vengono fuori, inevitabilmente”… beh, anch’io! 😛
    E anch’io funziono come te sia per le persone che per i luoghi, ma sto ancora imparando ad avere “la grazia di un adulto”.

    Bellissimo post! Ci sarebbe tanto da dire… È bello conoscerti meglio!

  14. Io ho scelto la soluzione drastica. Questo mi ha permesso di rimanere senza rancori e di guardare avanti con cuore sereno. Si soffre da cani all’inizio ma poi si sta meglio. La poesia di Borges è meravigliosa ma anche quello che hai scritto tu non è niente male sai? 😉

  15. ma no, nessuna colpa, figuriamoci…
    e poi…diciamo che mi sto abituando a certi abbandoni. Li comprendo persino. Ma qui entrerei in un discorso lungo e impegnativo e …diciamo che non è l’ora giusta per farlo, quindi…
    buona e serena notte.
    Marirò.

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