Mi chiamo Carlo e son morto che avevo vent’anni, era un giorno d’Ottobre in un tramonto un po’ stanco. Perché la regola è questa: o vinci o vai a casa.
Ho lasciato i discorsi e gli sguardi d’intesa, di chi guardava e rideva del mio passo indeciso, ho gettato in un fosso la mia corazza da uomo, che l’involucro non conteneva la mia vera natura. Ho incendiato i vestiti da persona perbene e non serviva più a niente gridare “non è vero” e non serviva più a niente dare pugni sul muro, la mia battaglia interiore doveva finire, non restava che accettare ciò che ero davvero.
Avevo sogni diversi, dovevo solo capirlo, non riuscivo più ad ignorare ciò che mi rimandava lo specchio, non c’era cura al mio male che mi mangiava i respiri, dovevo lasciare per sempre i miei giochi in soffitta. Avevo preso gli schiaffi, le pedate e gli insulti e quest’ultimi lo giuro, facevano male davvero.
Ho capito che era finita quando ho visto quegli occhi profondi, il mio cuore impazziva su quelle labbra di cera e quelle mani di neve mi strappavano via gli ultimi istanti di vita.
Non c’era niente da fare potevo solo morire. Chiedo scusa ad oltranza per non essere riuscito a mentire a me stesso, ci ho provato davvero a continuare ad essere un uomo, ho tentato ad alzarmi quando mi urlavano contro “mettiti in piedi soldato”, ma le gambe tremavano e tornavo al tappeto.
Non capisco davvero cosa sia andato storto, volevo solo essere uguale a chi mi stava vicino, ed invece il destino ha alzato la posta, ma lo accetto e sorrido che in fin dei conti sto bene. Anche se sto per morire.
Mi chiamo Carlo e ho vent’anni e da quando sono morto mi sento felice, non ho più paura dei sorrisi beffardi, ho alzato i guantoni e so schivare gli insulti e continuo a volare in questo tramonto un po’ stanco, e la brezza leggera mi riempie i polmoni, ora riesco a vedere i miei passi sicuri e della strada che ho davanti non si vede la fine, posso amare davvero quei due occhi inquietanti e la voglio gridare questa voglia di vita, perchè il cuore non fa caso alle convenzioni del mondo.
Sono Carlo. E da ieri amo Giulio, sono dovuto morire per poterlo accettare, ho dovuto spogliarmi del ricordo di me, ma ne è valsa la pena, sono rinato me stesso, sì, ne è valsa la pena perché ho vinto la vita.
E in questo mondo si sa: o vinci o vai a casa.
“Sedevo accanto alla creatura amata, e ascoltavo le sue parole. La mia anima prese a vagare tra gli spazi infiniti e da lì l’universo appariva simile a un sogno, e il corpo simile a un’angusta prigione.”KAHLIL GIBRAN
Dedicato a tutti quelli che hanno cambiato pelle, che sono stati feriti a morte e che portano in giro il loro diritto di essere felici. – I’do anything for love
ogni parola è inutile
Grazie infinite.
P.s. Scusa il ritardo ma w.p. Mi aveva nascosto il tuo commento.
Lo so che ultimamente sono latitante, difficilmente faccio promesse, ma stavolta mi sbilancio: prometto che passo a trovarti. In verità ti leggo sempre, ma ho voglia di dimostrare il mio apprezzamento per ciò che scrivi. Intanto…un abbraccio.
Come dico sempre in un blog i commenti non son obbligatori, anche io spesso passo dai blog altrui, leggo con piacere ma non so che scrivere.
Non sempre il piacere di lettura ha come conseguenza la voglia di dire qualcosa 🙂
… perchè tutti hanno il diritto di essere felici, di amare, di essere amati!
Complimenti, stai maturando uno stile di scrittura interessante, semplice, ma diretto. Colpisce sempre al cuore, senza girarci troppo intorno e quello che preferisco è che riesco esattamente a vedere quello che scrivi …
Grazie per le emozioni, sempre.
Davvero, grazie, mentre scrivo cerco di lasciarmi andare il più possibile, poi quando arrivo a pubblicare nascono i dubbi. Parole come queste mi danno il coraggio di premere “Pubblica”. Grazie.
meglio non vincere in questi casi…..anche se “morire” non deve essere davvero facile.
una scelta di coraggio.
Credo che per arrivare a vincere si debba passare obbligatoriamente da un cambiamento. Grazie del commento.
Bravo, amico mio! Mi piace, e mi fa sorridere per la dolcezza. Nonostante il retrogusto amaro. E questa è una cosa molto bella…
Grazie mille amico mio, anche questo commento è molto bello. Grazie davvero.
In assoluto, per me, il tuo post migliore.
E non solo o tanto per l’argomento trattato, peraltro difficile da sviscerare se non lo si è vissuto , più o meno direttamente, in prima persona, ma proprio per il “modo” con il quale lo hai trattato. Con una lucidità, una dolcezza, una profondità davvero unica.
Potrebbe essere benissimo “una bandiera” del diritto di tutti ad essere felici.
Cavolo, grazie, l’argomento non lo conosco moltissimo, ho solo cercato di riportare alcune testimonianze di persone che conosco. Persone che sono nate di nuovo.
il nostro diritto alla felicità ! se non Ora, quando?
Assolutamente Ora!
Complimenti
Grazie mille
Ehi, grazie 🙂
Meraviglioso.
Troppo buona. Grazie davvero.
Conosco e capisco la sensazione di “dover morire”. Ma col tempo si capisce che nulla muore veramente, bensì vecchio e nuovo si fondono in un equilibrio (e una conseguente serenità) mai immaginato prima.
Il mio dover morire era inteso come la presa di coscienza di un cambiamento necessario per poter virere appieno la nostra esistenza.
Lo so 🙂
L’ha ribloggato su Pensieri sparsi sul pratoe ha commentato:
“…perchè il cuore non fa caso alle convenzioni del mondo.”
Ohi, grazie del reblog. Onorato.
Di nulla, meritava di essere diffuso 😉
Bello… l’ho letto mentre ascoltavo Radiohead-Creep…perfetto
Perfetta canzone direi. Grazie.
Non so se la felicità sia un diritto ma, sicuramente, individuare la propria e cercare di tenersela lo sono.
Bravo Pinocchio (e poi mi spieghi la scelta di Meat Loaf … lei mi sorprende, signore!) 🙂
Questa è una canzone che significa molto per me. Lui è un mito.
Senza fiato! Bravo.
Grazie, però respira 🙂
Dici che posso… ?!? Pffff finalmente! Grazie 😜
Il diritto d’esser felice diventa una scelta….se si vuole vivere questa vita. Diversamente bisogna tristemente aspettare come Carlo…
S
Concordo, è una delle scelte più difficile da portare a termine, ma vuoi mettere la soddisfazione…
Grazie amica mia.
Io voglio vivere… Preferisco vivere!
Ottima scelta. Perseveriamo nel seguirla.
Il cuore non fa caso alle convenzioni del mondo..
Ora non posso ma stasera ascolto la canzone.
Questa canzone la porto con me da anni, nei momenti importanti lei c’è. Sempre.
chiedere scusa ad oltranza per non esser riusciti a mentire a se stessi, racchiude tanto, tutto ed anche troppo in un certo senso, perché non è giusto esser così costretti, non si può sentirsi così prigionieri e, se è vero che dipende da noi essere (‘felici’) come vogliamo, dalla nostra forza, è anche vero che parecchie persone non aiutano affatto.
Commento impegnativo. Direi che alcuni non aiutano per niente, ma per affrontarle credo sia indispensabile riuscire ad accettarsi noi per primi. Grazie davvero per questo commento.
Difficilissimo essere felici ma il tuo post fa venire voglia di provarci.
Direi che abbiamo il dovere di provarci.
Con questo “Scritto” Ti sei Superato.. è veramente Bello nella sua “Semplicità” Dovrebbe davvero essere una “Bandiera” per chi come Carlo ha il Diritto di Vivere per sè stesso senza vergogna..
Carlo affronterà molti falsi moralisti, grettezze e perbenismi ma ognuno è Soldato dietro la trincea della propria Vita e a modo suo impara a saper sparare per far vincere l’unico Alleato per cui vale la pena di combattere: se stessi.
BaScio!
e buona giornata!
Parole che fanno compagnia.. Grazie.
Ehi, grazie a te. Felice che ti siano piaciute.
Il coraggio di ammettere chi siamo e il permesso, che solo noi possiamo darci per poter agire, seguendo i nostri desideri e le nostre pulsioni più profonde, anche se queste vanno contro le convenzioni delle regole imposte dalla società e da chi ci circonda… Riuscirci è, già di per sé, un grande traguardo.
Non so perchè ma mi è venuto in mente questo pezzo:
Mannarino – L’onorevole
Preso un lavoro e perso una donna
Andò sul canale a cercare la luna
Ma trovò nell’acqua salmastra L’altra sua faccia, solo più scura
E fece finta di non avere mai avuto paura
Fece finta di non avere mai amato nessuna
Andò al bar del cielo vuoto
Da bere costa poco
Lo paghi doppiamente solo il giorno dopo
Ordinò tre bicchieri pieni di ghiaccio e uno di perdono
E prese a costeggiare la via del superuomo
La mattina i colleghi dell’ufficio “Stomaco e conchiglie”
Lo trovavano pieno di rispetto
Sogno delle mogli, perfetto per le figlie
Prefetto, prefetto
La notizia del decesso arrivò nel pomeriggio
Nel vuoto giallo di un nuovo chiacchiericcio
Gli impiegati del partito andavano alla schiera
Con le gobbe ripiegate nella giusta maniera
La sua bara fu un leggio di frassino e betulla
E un discorso che diceva tutto e non diceva nulla
E davanti alle domande di una giornalista bella e bruna
Fece finta di non avere mai avuto paura
Fece finta di non avere mai amato nessuna
Il giorno seguente si presentò al lavoro
Con gli occhi vuoti e il raffreddore
Ed era deceduto solo da poco
Appena da dieci o dodici ore
Ma i segni della morte erano evidenti
E aveva biglietti della lotteria al posto dei denti
Fichi d’india al posto delle orecchie
Bacchette al posto delle mani
E al posto dei cani un branco inamidato di esseri umani
E quando gli dissero che l’economia era malata
E che la fame era la migliore cura
Fece finta di non avere mai avuto paura
Fece finta di non avere mai amato nessuna
Una settimana appena dopo il suo funerale
Aveva la testa rigirata sulla schiena
Ma trovò il modo di rimediare
Chiamò il generale Panciapiena
E ordinò i più feroci bombardamenti su tutti i suoi sogni passati
In difesa del popolo e dei giorni seguenti
A un anno dalla morte si vedevano solo le ossa
Era sparito tutto, persino la puzza
E guardava dall’alto della sua fossa la gente che manifestava nella piazza
E scorse fra la folla la sua amata
Con le lacrime in tempesta sopra il viso
E quando vide che veniva calpestata
Non si scompose, ma abbozzò un sorriso
E fece finta di non avere mai avuto paura
Fece finta di non avere mai amato
Di non avere mai amato nessuna
Amore mio come farò
Quest’inverno che t’ha gelato il sangue ti lusinga
Amore mio ti seppellirò
Questa notte che m’ha coperto il volto ti contenta
Non so che tipo di associazione di idee hai fatto, ma mi piace. E poi Mannarino è un mito. Grazie per essere passata di qua.
bha… connessioni neurali strane … ma ok .. 🙂
Bravo france!!
Grazie, troppo buona 🙂