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Pinocchio non c'è più

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Quando pianti l’ombrellone presta attenzione.

7 agosto 201317 agosto 2013 Pinocchio non c'è più Satira, Umorismo, Uncategorized contessa, estate, Ferie, fiorentini, ginecologo, tedeschi

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Ehi, ci siete?, è rimasto qualcuno o siete tutti a godervi le meritate ferie?
La crisi vi ha morso i polpacci e siete costretti a squagliarvi in città?. Bene, consolatevi, non siete soli.

Scrivere un post sulle ferie estive è un pò come quando rientravamo a scuola a settembre e il primo tema che ti davano era “Parlami delle tue vacanze”, originale come le repliche della Signora in giallo.

Vivendo in un luogo di mare l’estate me la godo da spettatore. Senza l’affanno dei vacanzieri che si scannano per un posto auto libero in un parcheggio assolato come il deserto del Mojave, riesco a cogliere alcune sfumature che ad una prima occhiata superficiale possono sfuggire.

L’arrivo dei tedeschi rappresenta a tutti gli effetti l’inizio della bella stagione.
Ah, da noi con il termine “tedeschi” si indicano tutti coloro che hanno un vago accento nordico, in pratica, dal casello di Milano est fino alla casa di Babbo Natale, per noi sono “tedeschi”. Lo stesso principio vale per gli abitanti del continente africano. Nel nostro immaginario esiste un solo stato. Il Marocco. Chissenefrega se sono Nigeriani, Egiziani, Tunisini e via dicendo, per noi sono marocchini. Punto e basta. Non è assolutamente una questione di razzismo, è semplicemente pigrizia. Ha la pelle un pò più scura? È marocchino. Dalle nostre parti le tonalità di scuro non vengono percepite…forse discendiamo dai cani.
Insomma la nostra cartina politica del mondo è comprensiva di tre categorie principali di persone: gli italiani, i tedeschi, i marocchini…tutti gli altri sono semplicemente “stranieri”.
Questi vichinghi li vedi arrivare su macchinoni smisurati, tutti extralusso ma dai colori improponibili. Verde muschio sintetico, giallo mostarda o marrone ruggine, (che spesso è ruggine. E basta.)
Si saranno fatti duemila chilometri sotto il sole, vestiti come zampognari e per completare l’opera un bel copri-volante in pelo (l’animale sceglietelo voi). Praticamente scendono dall’auto che non sono sudati, schiumano proprio. Ma non ci fanno caso, ordinano un piatto di spaghetti alle vongole e un cappuccino e sono contenti così.

Confesso che sono stato titolare per dodici anni di un bar estivo e lì veramente ne vedi di tutti i colori. Certo che lavorare in un posto di villeggiatura è un pò come fare il ginecologo, lavori dove gli altri si divertono. Ma in compenso puoi farti un invidiabile bagaglio di esperienza sulle sfaccettature dell’animo umano.

Ogni anno, l’otto di Giugno arrivava sempre la contessa, avrà quasi novant’anni e nessuna fretta di passare a miglior vita, il suo uomo era un playboy e baciò anche la Vanessa (che non si è mai capito chi fosse), lei lo beccò sul fatto e non lo perdonò mai, lui finì in un ospizio senza il becco di un quattrino insieme ad una “certa” dottoressa.

L’integerrimo avvocato si manifestava la prima settimana di luglio, temuto e stimato, i primi cinque giorni andava in spiaggia in giacca e cravatta e la ventiquattrore, dal sesto giorno in poi lo trovavi a giocare a carte giù al bagno riviera sempre decisamente alticcio, toccava il culo alla cameriera e se lei si incazzava lui rispondeva “mi faccia causa” e ordinava un Biancosarti.

Il signor “G” sembrava uscito da un romanzo di Francis Scott Fitzgerald, uno pseudo riccone, che offriva da bere a tutti, arrivava già abbronzatissimo, millantava epiche scopate (si può dire “scopate”?, boh, magari diventa un post v.m.18, come i gratta e vinci) con fotomodelle da copertina. Probabilmente in gioventù sarà stato un bel bocconcino, ma ora sembra che abbia mangiato un cocomero intero. Senza tagliarlo a fette.

Un altro personaggio degno di nota era Sandokan (io lo chiamavo così), come direbbe Julio Iglesias ai tempi d’oro, era…un pirata ed un signore, faceva strage di cuori, però se per caso ti capitava di passare verso le sette e un quarto di mattina sulla spiaggia del bagno Venere, lo vedevi con le mutande della Billabong, con il riporto e l’artrite, pronto a partire per Mompracem in pedalò.

Poi finalmente ad Agosto arrivano mandrie di fiorentini. E loro fanno veramente come cazzo gli pare, parcheggiano sul marciapiede, pisciano continuamente in mare, ma stando in piedi sul bagnasciuga; in spiaggia si credono tutti Batistuta, organizzano tornei di beach soccer massacrandoti di pallonate e se per caso ti trovi sdraiato tranquillamente sul tuo asciugamano,ma pancia in giù, rischi di ritrovarti col manico di un ombrellone piantato nel culo.

Questi, a grandi linee sono i personaggi che affollano la mia estate.
Le mie vacanze invece sono, semi-programmate, nel senso che quando vado in ferie parto con i migliori propositi e una scaletta da seguire, poi finisce sempre che gran parte del programma va a farsi benedire.
Si, perchè in fondo le “meritate ferie” sono come il blues, ogni tanto è bello improvvisare.

(Alcuni personaggi citati in questo post sono frutto di fantasia, specialmente i fiorentini).

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