Faccio outing e lo confesso. Io fumo.
Lo so, fa male alla salute, provoca malattie cardiovascolari, invecchia la pelle e ti induce a mettere le dita nel naso al semaforo.
Tutto vero. Ma ormai è uno (stra)vizio, se vogliamo, è una piccolissima forma di autolesionismo, sai che fa male, ma lo fai lo stesso. Un pò come la depilazione per le donne.
Cerco di limitarmi, non tanto per il bene del mio fisico, ma per la salute del mio portafoglio, attualmente un pacchetto di bionde costa quanto un chilo di plutonio.
Coloro che appartengono alla mia categoria converranno con me nell’affermare che ci sono svariati motivi per accendersene una e tutti maledettamente validiti.
Sei incazzato? Ti serve per scaricare il nervoso.
Ti stai annoiando? Ti serve per ingannare il tempo. Sei ubriaco? Girala dall’altra parte che stai incendiando il filtro.
Una sequenza inevitabile di eventi avviene alla fermata dell’autobus. Sei in attesa da un quarto d’ora, all’orizzonte nessun segnale di arrivo imminente, azzardi e pensi “ma si…ne accendo una, tanto prima che arrivi…”, dai un ultimo sguardo di conferma. Tabula rasa. La metti tra le labbra, tiri fuori l’accendino e…fai fuoco. Ed ecco l’infernale trittico di azioni. Accendi. Bestemmione. La butti. È inevitabile come il festival di San Remo.
Esistono due “dopo” in cui, per chi fuma, è assolutamente impossibile resistere al richiamo della nicotina. Quella “dopo” il caffè e quella “dopo”…va bhe, personalmente mi devo accontentare di quella del caffè.
E poi…dai…diciamocelo, chi è che non ha mai usato la più stupida e banale delle scuse per cercare di abbordare una ragazza avvicinandola con l’aria da Humphrey Bogart in “Casablanca” dicendole “Ehi pupa hai da accendere?”, ma soprattutto, chi è che non ha mai ricevuto come risposta “Si guarda, datti fuoco, ti regalo pure l’accendino”.
Ma, (perchè c’è sempre un “ma” che spunta quando meno te l’aspetti), tutti questi rituali, dogmi religiosi e stratagemmi da Pacciani in tempesta ormonale, rischiano di essere spazzati via dall’avvento del nuovo ritrovato della tecnologia moderna. La sigaretta elettronica.
La usano in tantissimi e sono tutti orgogliosissimi di averla, la puoi fumare ovunque, non danneggia te e neanche chi ti sta intorno e ha un milione di gusti. Parli con persone e senti l’odore di menta, fragola, gianduia, frittura di calamari e gusto puffo. Ieri parlavo con un cliente ad un certo punto non ho resistito e ho chiesto “ma usi la sigaretta elettronica? ma è un’aroma nuovo?” e lui “no, è colpa del fegato con le cipolle che ho mangiato a pranzo”.
I consumatori si scambiano i gusti fra di loro, se ti dò quattro vaniglia mi dai quello al tartufo?
Si narra che il gusto “fonduta di taleggio” valga più del “Gronchi rosa” (che non è un gusto ma un francobollo, ed è quindi sconsigliabile fumarlo).
Ma soprattutto…la puoi fumare dove è vietato!!! Al ristorante, in treno, nei centri anti-fumo e sulla tazza del bagno senza il timore di uscire con un’ustione di terzo grado ai testicoli.
La cosa che indubbiamente dà più soddisfazione a chi si esibisce nell’arte dello sfumazzamento virtuale è quella di essere avvicinato, guardato con disprezzo e severamente redarguito dalla petulante signora di turno che esplode in un “senta, non lo sa che qui è proibito fumare?”. E in quel preciso istante il presunto colpevole si sente Dio, la sua statura si alza di venticinque centimetri, come Silvio quando deve fare la foto di gruppo, guarda dritto negli occhi la poveretta e con voce possente esclama un laconico “è elettronica”, ma vorrebbe dirle “grazie di avermi concesso la possibilità di farti fare una stratosferica figura di merda”.
Per quanto mi riguarda, non biasimo chi la usa (anche perchè ce l’ho in catalogo e la devo vendere a tutti i costi) e confesso di averla provata per un paio di giorni.
Ho smesso di usarla per un semplicissimo motivo: il primo cliente a cui l’ho fatta vedere l’ha presa in mano, guardata come se fosse un armadio a quattro ante dell’Ikea da montare, l’ha messa in bocca e l’ha accesa…con l’accendino Bic.
Nel giro di quattro secondi si è propagato un odore di gomma bruciata che pareva di stare all’inceneritore di Parma.
Dopo questa devastante esperienza, ho giurato eterna fedeltà alle mie Winston e sono giunto alla conclusione che certe bellezze naturali non possono essere sostituite con la plastica, anche se Alba Parietti non la pensa così.
Insomma, io non sono qui per giudicare nessuno, ma mi chiedo: ce lo vedete voi Humprey Bogart che chiede a Ingrid Bergman “ehi piccola, hai mica una ministilo che mi si è scaricata la pila?”
effettivamente il buon Humprey non otterrebbe lo stesso fascino!
cmq mi sa che ti sfugge qualche verità sul mondo della depilazione 😉
L’unica volta che mi sono depilato (una gamba sola, per giunta), è stato due anni fa in occasione dell’intervento al crociato del ginocchio. È venuto un lavoro perfetto in sole due ore e ventisette minuti, ho usato prodotti della linea Grazia Alcazzo.
linea notevole, se ci hai impiegato “solo” tot ore… mi dev’essere sfuggita, su che scaffale del supermercato la trovo???
ribadisco che tu non conosci i segreti del mondo femminile… lol
Assolutamente no, ma soprattutto…non sono sicuro di volerli sapere 🙂
fifone! paura di scoprire le atrocità che si nascondono dietro a gambe lissie lissie? ahahha