Giovanni si trascina per le strade con un mantello nel taschino e una chitarra sulla spalla, si dondola i pensieri appeso ad un’altalena.
Voleva essere solo un mago, incantare serpenti e sguardi di orizzonti, lui, mezzo sangue e mezzo vento, mezza vita da riempire. Regalare stupore agli occhi dei presenti, passare attraverso muri e angosce, confini e risate.
Far apparire pianeti e visioni, paure e illusioni, ricordi e colori.
Giovanni fra le note, a salire sopra un palco, con il mitra sotto braccio, che dispensa incantesimi e canzoni, senza cilindro nè bacchetta, ma con la voce lancia coltelli e pozioni, Giovanni che soffia aria dentro agli occhi, sopra i visi di quel pubblico pagante, che lo acclama e lo pretende, che gli chiede meraviglie, quel popolo irrequieto che reclama nuovi sogni.
Giovanni sognava una vita all’arrembaggio in giro per il mondo, spingere note jazz dentro un sassofono, far scorrere le dita sopra una tastiera. E invece si ritrova con un’esistenza intera passata a girare per le strade di quartiere, a far scorrere le mani sopra la canna di un fucile e le sue dita a premere il grilletto. Che in certi mondi a nessuno frega un cazzo se sei bravo in incantesimi, conta solo restare vivi, conta solo farsi rispettare.
E Giovanni ne ha piantate di pallottole nei cuori, come bersagli al tiro a segno, ne ha toccati di petti senza vita, come fossero maglioni sui banchi del mercato, da quando aveva dodici anni è cresciuto senza padre, è cresciuto senza anima, è cresciuto rubando sogni altrui e ne ha rubati talmente tanti che non riesce più a contarli. Talmente tanti che ha soffocato i suoi, sotto cumuli di vendette e disperazione.
E ogni volta che il proiettile partiva tornavano alla mente le parole di suo padre “la vita di un uomo si vede dal modo che ha di ballare. Tu balli come se non ne avessi il diritto”. Ha deluso le persone che voleva avvicinare, è riuscito a farsi odiare quando cercava un po’ di sole, ha fatto scorta di parole per i vuoti da riempire.
Adesso è padre e guarda il mare, il suo animo è completo, non fa più tuonare il suo fucile, ha trovato la sua pace, i suoi nemici sono lontani se ne è perso anche l’odore, la sua guerra è ormai finita come il giorno all’orizzonte e questa sera così chiara lascia solo un misero ricordo degli spari e delle urla, come il raggio verde del tramonto.
Sull’altalena c’è sua figlia che guarda indietro e che sorride, c’è sua moglie sulla spiaggia che li osserva da lontano. Non conoscono la storia, sono ignare sul passato, non immaginano il tempo in cui tutti lo chiamavano “il drago senza cuore”, non lo devono sapere. lui ha ripreso anche a suonare e fare incantesimi a metà, si rifiuta di ballare. Per loro sarà sempre Giovanni mezzo mago.
“I bambini sono senza passato ed è questo tutto il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso” (Milan Kundera).
Perché ognuno ha la propria guerra da combattere – Talkin’ bout a revolution.
E’ proprio bella tutta questa serie!
Ehi, grazie, fare il “raccontastorie” è sempre stato il mio sogno. (Rido).
Bello, il testo ha qualcosa di musicale ed è piacevole da leggere (:
Sì, l’idea era quella di renderlo un po’ armonico. Sono convinto che le canzoni siano il mezzo più immediato per comunicare. Non essendo in grado di farlo in musica…mi arrangio così.
Altro che arrangiarsi, io di poesia ne sono poco e niente, ma credo sia più difficile rendere un testo in prosa musicale che un componimento, o una canzone…
…e ognuno ha i propri fantasmi da dimenticare, le proprie vite da vivere. Che poi un figlio è il ricordo più grande, l’unica scelta davvero irreversibile della nostra vita. Un figlio ti cambia la vita. Per sempre. E questo Giovanni Mezzomago lo sa.
Si, proprio belle queste….cantastorie.
Grazia Soraya, per il momento continuo su questo filone, poi vedremo. Grazie infinite per i tuoi commenti sempre profondi e mai scontati.
Bellissimo questo racconto. Appena ho iniziato a leggerlo mi ha ricordato molto le bellissime storie di un libro che ho letto tempo fa ovvero La grammatica di Dio (storie di solitudine e allegria) di Stefano Benni.
Sai che forse dovrei avere quel libro nascosto da qualche parte, non l’ho ancora letto, ma adesso mi è venuta la curiosità di farlo. Comunque l’ispirazione mi è venuta leggendo per la terza volta Senza Sangue di Baricco.
Sangue non credo di averlo letto. Lo farò! Se lo ritrovi sfoglialo quello di Benni, alcuni racconti sono molto belli.
L’ho ritrovato, mi sono ricordato di averlo iniziato a leggere tempo fa, poi lo avevo accantonato perché…sono un cretino.
Ciao carissimo pinocchio e buon anno! Spero che tu lo abbia iniziato bene e che sia un anno leggero da digerire per tutti. Fabiana.
Bella storia
Troppo vera
Ehi grazie, non so se sia troppo vera, ti assicuro che non è autobiografica :-), questo è certo.
Ognuno di noi combatte le proprie battaglie con la vita a colpi di fucile e di sogni da realizzare. E bisogna crederci fino alla fine e lottare per portare avanti con serenità e dedizione ciò in cui crediamo. Non arrendersi, mai. Un abbraccio Pinocchio 🙂
Le tue storie sono ballate. Bello il brano di Chapman che hai scelto. Pina.