Il peso specifico dei nostri vasi.

 Bugia

Le persone mentono, ogni giorno, anche più volte al giorno, è un dato di fatto. Gli uomini mentono di più.

E’ un luogo comune, ma, dati alla mano, è la sacrosanta verità. Ci sono centinaia di studi che stanno lì a dimostrarlo. Perciò, facciamoci un bell’esame di coscienza e ammettiamolo: noi uomoni diciamo più bugie delle donne. E non di poco. L’aspetto importante da considerare è la gravità di ogni singola menzogna.

Ci sono bugie dette a fin di bene, tipo dichiarare alla propria compagna di trovarla più bella di un’altra ragazza, quando in realtà non è proprio così. Poi ci sono quelle dette per “darsi un tono”, come ad esempio asserire di essere stato, che so, con dieci donne diverse, mentre in realtà erano cinque, cose dette così, giusto per non sfigurare con gli amici. Si, perchè vi do una notizia: gli uomini mentono molto anche fra di loro, puo’ sembrare assurdo ma è così. Fa parte del nostro dna, è il nostro modo cerare di emergere dal branco, talvolta per diventarne il leader.

Poi, purtroppo, ci sono anche le menzogne “gravi”, o almeno, quelle che vi raccontiamo per nascondere un fatto pesante, come un tradimento, un investimento sbagliato o comunque sia, un comportamento altamente scorretto nei vostri confronti o in quelli di un’altra persona. Ecco, queste sono il tipo di bugie che non ci perdonerete mai, non è detto che possano far naufragare un rapporto di coppia, ma sicuramente lo ridimensionano. Sono quelle che romperanno il vaso e anche se vengono raccolti i pezzi e ricomposto, si vedranno sempre le crepe. Vi sforzerete di non pensarci, e lo faremo anche noi, ma sappiamo benissimo che i segni resteranno lì, potremmo girarlo per nasconde il danno alla vista, ma sappiamo che c’è. Il trucco potrà (forse) funzionare con le persone esterne, che magari vedono il nostro vaso e ci fanno i complimenti, addirittura ce lo invidieranno pure e, diciamocelo, questo non farà che accrescere la nostra sofferenza. Queste non sono considerate bugie, ma sono una vera e propria rinuncia alla lealtà e anche se qualcuno di voi non sarà d’accordo con me, dico che sono umilianti sia per chi le dice, sia per chi le riceve, Ovviamente in modo diverso.

Per fortuna la maggior parte delle falsità che diciamo possono essere catalogate come “leggere” e dato che anche voi donne non siete esenti da raccontare balle, più o meno pesanti, potrei azzardare nel dire che se le mettiamo tutte sul piatto della bilancia, forse siamo (quasi) in parità. Ok, lo so, sono stato troppo ottimista e i conti li ho fatti a nostro favore, ma che uomo sarei se non cercassi di avvantaggiare la mia squadra.

Va bene, avete ragione, certe bugie dovremmo proprio risparmiarcele, ma mi viene da dire che più che la bugia in sè per sè, voi sopportate ancora meno ciò che essa nasconde, il motivo vero per il quale abbiamo cercato di aggirare la verità. La possibilità che ci possa essere una donna che non siete voi. E’ questo che vi logora, giustamente aggiungerei. Si, perchè se siamo onesti e non abbiamo niente da nascondere, non ci sarebbe bisogno di usare stratagemmi, ma se così fosse, non saremmo uomini. E voi donne.

Non ci sono scuse, mentiamo perchè fa parte di noi, come accellelare in prossimità del giallo al semaforo o della pizzata con gli amici dopo la partita di calcetto, perchè in fin dei conti, crediamo che la completa sincerità sia di gran lunga meno affascinante. Vi chiedo solo di pensare per un attimo anche a tutte le volte che voi avete fatto la stessa cosa con noi, a dare un peso alle vostre balle e a considerare che, in fondo, in questo campo non siamo poi così diversi. Diamo un peso specifico ad ognuna di esse, valutiamone il danno e la circostanza, non dico di giustificarla, ma di darle l’importanza che merita. Lasciatecene dire qualcuna, perdonateci quelle piu innocue e siate intransigenti con quelle che vi umiliano e pretendete la verità, concedeteci qualche segreto. Sappiate che siamo in grado di distinguere la gravità di ogni singola bugia, che di alcune di esse non riusciremo mai a perdonarci e che ogni tanto ci vergogniamo di essere uomini.

Tutti diciamo menzogne e tutti siamo gelosi di alcune di esse. E dei nostri vasi rattoppati.

Le donne si innamorano di quello che sentono. Gli uomini si innamorano di quello che vedono.
È per questo che la maggior parte delle donne si trucca e la maggior parte degli uomini mente.” (Anonimo)

Dai, stemperiamo un po’ l’atmosfera con questa.

Luis Miguel e i “gggiovani” d’oggi.

Luis

Sono un ragazzo, non ci sono discussioni, su questo punto non sono disposto a trattare.
Si ok, ogni tanto al bar ordino un caffè decaffeinato, ma è un dettaglio trascurabile, lo faccio solo per non agitarmi troppo, sia chiaro.

È ovvio che sono un ragazzo, vent’anni fa compravo i cd di Baglioni e di Madonna, ora invece le scarico da torrent itunes, perchè sono al passo coi tempi, anzi ho allargato anche i miei orizzonti, adesso ascolto anche Miguel Bosè e Scialpi, che è sempre stato l’idolo delle ragazze della mia età.

Faccio sport: d’estate in piscina all’aperto, certo non faccio più 50 vasche di seguito, mi limito a 3, fermandomi 7 volte a respirare, ma solo perchè dove vado io non ci sono le corsie e la gente nuota alla cazzo, e poi calcetto, mi sono evoluto, sono passato da ala destra al ruolo di portiere, fisso, merito del mio fisico che si è sviluppato e copre il 95% della porta, si lo ammetto, quando arrivo a casa ho un pò di mal di schiena, ma provate voi a raccogliere minimo 27 palloni in fondo alla rete, poi mi dite.

Faccio parte di quella categoria che chiamano “i ragazzi di oggi” come cantava Luis Miguel a uno degli ultimi Sanremo, quello del 1985 se non sbaglio, ed è un sollievo. Al solo pensiero di essere un uomo di mezza età “mi prende male”, guardo queste donne mature che spingono passeggini per il centro e mi si stringe il cuore, poverette. Ieri una di queste mi ha salutato, ho risposto per educazione, chissà con chi mi aveva confuso, colpa dell’età avanzata, certo, a guardarla bene assomigliava tantissimo ad una mia compagna di banco delle medie, ma figuriamoci, non poteva essere lei, al massimo sua madre.

Mi piace interagire con i miei coetanei, scambiarmi “il cinque” con loro per una una battuta esilarante sulla crisi economica, e poi sono educati, spesso quando mi presento rispondono: “piacere di conoscerla signore”
Da vero ragazzo responsabile inizio a pensare al futuro, cerco di essere “avanti”, ho smesso di preoccuparmi del lavoro, adesso mi dedico a pianificare l’elenco degli hobby che coltiverò dopo la pensione, si ma, solo per essere previdente, solo per scrupolo, anche perchè a questa età voglio godermi la vita, infatti passo le serate a guardare in streaming i film che sono attualmente nelle sale. Ieri sera ho visto “non ci resta che piangere”, favoloso, secondo me avrà un bel successo di pubblico.

Sono spensierato, viaggio con i finestrini (semi aperti, molto semi, praticamente un filo d’aria per la sopravvivenza) ascoltando Radio 24 “a palla”
Ho rispetto del mio fisico, non esagero con l’alcool, si dai, a voi lo posso dire…sabato scorso mi sono “sballato” con una granita al tamarindo, però oh, mi raccomando, mantenete il segreto, comunque ho rimediato subito: la sera dopo ho cenato con una tazza di caffellatte e quattro fette biscottate Monviso. E alle 21:30 mi sono addormentato guardando “C’è posta per te”.

Ogni tanto parlando con il padrone del bar sotto casa mia mi sale il magone, appena iniziamo un discorso lui parte con “eh…bei tempi quando….”, e attacca con una filippica sugli anni migliori della sua vita (tipo quel giovane cantante alternativo…come si chiama? 5? 2?…ah no Zero, si chiama Zero), si vede che è una persona che vive di ricordi, e pensare che ha due anni meno di me, boh, quasi quasi una di queste sere lo invito a partecipare all’avvincente torneo di scopone scientifico con i ragazzi della bocciofila.

Ma la cosa che mi intristisce di più in assoluto è vedere questi “matusa” atteggiarsi a giovani di belle speranze. Dai, siete passati, out, ancien, rassegnatevi, fate largo a noi della nuova generazione, siete solo dei ridicoli a vestirvi con il piumino attillato, jeans scoloriti e le hogan rosse ai piedi, ma per favore, lasciate perdere, queste cose fatele fare a noi.

Noi del profondo ’70, gli ultimi ad avare il telefono a ruota della Sip, ma i primi a smanettare con il Commodore 64.

Da bambino chiedevo sempre quanto tempo ci sarebbe voluto per diventare adulti, adesso so la risposta: un attimo.

Il Capostazione azzurro.

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Qualche settimana fa ho scritto questo post che conteneva alcune informazioni utili per decodificare il comportamento della maggior parte degli uomini. Bene, diciamo che c’ho preso gusto, perciò care donne, prendete carta e penna potrebbero servirvi. E non solo per fare la lista della spesa.

Che ci crediate o no, anche noi uomini siamo cresciuti con le favole, chi più chi meno. Ma, mentre voi avete passato la vostra adolescenza ad aspettare il principe azzurro, noi, abbiamo passato la nostra a cercare di diventarlo, ognuno a suo modo. E diciamocelo chiaramente, voi siete (e siete state) nettamente avvantaggiate, dovevate semplicemente aspettare, Certo, essere la più bella del reame, con tutti gli annessi e connessi e con l’ansia che ciò si porta con sè non deve essere stata una passeggiata di salute.

Noi ci siamo dovuti sbattezzare parecchio, anche perchè per essere principi serve un padre re. Il mio ad esempio faceva il ferroviere, cavolo, al massimo potevo diventare controllore. Se avevo fortuna, capostazione.

Le favole poi hanno uno schema ben preciso: il re di solito è malato e muore (babbo, è il momento di fare gesti scaramantici), la regina cattiva (mamma tranquilla, te sei buonissima, infatti nelle favole sei già nell’aldilà e babbo s’è sposato la matrigna) e la principessa indifesa da salvare. Che detto fra noi, non è indifesa proprio per niente, se la caverebbe benissimo, ma Cenerentola, Biancaneve, Raperonzolo e compagnia cantante ci hanno insegnato come va il mondo. Poi c’è il principe che è sempre bello, forte e giovane.

In questo quadro capite che non è colpa nostra se abbiamo abbinato l’idea di vecchiaia a quella di sfortuna e soprattutto l’idea di giovinezza a quella di successo. Questo stranamente ci porta a non essere molto contenti di invecchiare. Mai. Già a tredici anni ci spaventiamo dei primi peli sul viso, non li vogliamo, siamo ancora troppo giovani. Nello stesso momento la nostra futura principessa si sta sforzando di farsi crescere il seno.

Ma non sarà l’unico compromesso che dovremo fare con il nostro fisico, e soprattutto non sarà sicuramente quello più doloroso. Il vero e proprio dramma esistenziale coinciderà con la caduta dei primi capelli. All’inizio saremo solo un po’ stempiati e nessuno ci farà caso più di tanto. Per alcuni sarà una lenta decadenza, per altri più repentina. In entrambi i casi non è facile farsene una ragione, perchè anche coloro che resteranno con un certo numero di capelli non saranno felici di vederseli imbiancare.

E care principesse, non credeteci quando vi diciamo che comunque sia per noi non è un problema. Lo è eccome, stiamo solo cercando di accettare la nostra nuova condizione. Senza peraltro riuscirci.

Un altro favore. Non vi mettete a ridere quando ci vedete leggere il giornale con gli arti allungati fino all’impossibile. Non ci è calata la vista, si sono semplicemente accorciate le braccia. Questo è il terrore di tutti i ragazzi “dieci decimi”. Sappiatelo. E poi dai, sono le lobby della carta stampata che tendono a scrivere gli articoli con le sillabe sempre più piccole, per risparmiare. Insieme agli oculisti formano una vera e propria associazione a delinquere.

Quando eravamo ragazzi ci dicevamo sempre che prima di fidanzarsi con una ragazza sarebbe stato meglio vedere la madre, perchè tra quarant’anni sarebbe stata come lei. Ebbene, si dice che un uomo capisce che sta invecchiando quando si rende conto di assomigliare sempre di più a suo padre. Però per noi non è riferito esclusivamente all’aspetto fisico.

Perciò la regola d’oro è questa: non dite mai ad un uomo che sta invecchiando, vale per voi come per noi. Anche a nostra madre è concesso di dirci solo che stiamo crescendo fino a venti/venticinque anni, quando abbiamo ancora buone probabilità di riuscire a sconfiggere il drago e salvare la principessa. Insomma, noi evitiamo di fare battute sulla vostra età ( se non siamo particolarmente stronzi), voi fate altrattanto, quindi amate la nostra pancetta, passateci una mano fra i capelli brizzolati e diteci che assomigliamo a George Clooney, sorvolate sulla questione “occhiali”, inutile illuderci dicendo che ci donano, non ci crediamo e se prendiamo il borsone per andare a giocare a calcetto non diteci “attento a non farti male” ma più semplicemente “divertiti e cerca di fare tantissimi gol”. Voi trattateci come quindici anni fa e non preoccupatevi, saremo noi a trovare scuse per andare a letto presto o per evitare di uscire per l’aperitivo delle sei di sera. Perchè ci rendiamo conto che stiamo diventando re, giorno dopo giorno, e la cosa non ci piace affatto. Lo sappiamo noi e lo sapete voi.

Forse quasi nessuno sarà un vero principe, molti si accontenteranno di essere un semplice capostazione. La cosa che conta davvero è che per noi sarete sempre “la più bella del reame”.

Stasera mi ha fatto compagnia questa.